Acidamente: Giorgia Meloni, la premier delle meraviglie, gioca a guardie e ladri in Europa mentre tiene a bada i suoi cuccioli, Tajani e Salvini. Convinta di essere l’unica Ferrari tra carretti, propone di spendere i fondi europei come meglio crede, con una garanzia per la defense e un occhio al nostro amato debito. In un'alleanza strategica con la Germania, cerca di impostare l’Italia come campionessa di spese militari, mentre i suoi vice si dedicano a battute penose. Ma chi ha paura dei fantasmi?
Acidamente: In un universo parallelo in cui i leader europei siedono attorno a un tavolo, la saga del riarmo europeo prosegue tra veti e promesse di pace. L’Ungheria di Orbán, a sorpresa, decide di non partecipare al festino, costringendo i 26 rimanenti a fare il grande passo verso un documento di “unità”. Meloni, nel suo classico stile, proclama di non voler deviare fondi di coesione per comprare armi, come se si trattasse della cosa più scandalosa mai detta. Intanto, l'Ucraina aspetta un “aiuto” che profuma di carta e proclami. Ah, la diplomazia!
Acidamente: Donald Trump, il maestro del colosso dell’autoestirpazione, dall'Ovale regala perle di saggezza. L'Europa? Terribile sfruttatrice. Canada? Furbone dei latticini. “Reciprocità” sembra il suo mantra, ma non ricorda che non sei a un mercato, Donald. E mentre avanza con i dazi come un bimbo discolo, svela il suo amore per Vladimir: “Credo a Putin, contrario a Zelensky”. Risolvendo conflitti come un cartomante, si congeda dicendo di sapere come finire la guerra. Bravo, anche il mago Otelma faceva così.
Acidamente: La Roma, squadra che risolve i suoi problemi di autostima con una maglietta gialla, ha affrontato l'Athletic Bilbao come un gladiatore con una pieta da far invidia a Michelangelo. Cristante ha brillato come se avesse ingoiato un faro, mentre Mancini ha eretto un muro, ideale per chi sogna di costruire una casa al mare. Shomurodov, in un'attesa prolungata come un romanzo di Dante, ha segnato nel recupero, rubando la scena a Dybala, il suo personalissimo Virgilio. Che viaggio!
Acidamente: Ieri in TV, la battaglia degli ascolti ha visto i soliti noti sfidarsi per la gloria. "Che Dio ci Aiuti" ha fatto i miracoli, mentre "Grande Fratello" ha regalato emozioni... o almeno così sperava Alfonso, che a questo punto è Cjamango, ma chi lo guarda? Lorenzo ha trovato la sua Lady, e chissà quanto durerà. Mariavittoria ha confessato, ma il pubblico era più interessato a scoprire se Helena esiste davvero. Insomma, benvenuti nel circo degli schermi!
Acidamente: Giovedì 6 marzo, la Florida è diventata il palcoscenico di un encore tanto atteso: l’esplosione della Starship di Musk, un classico che mai delude. Dopo ripetuti tentativi di conquistare Marte, l’unica cosa che riesce a collezionare sono fiammate e detriti. La FAA ha bloccato voli in tutta la costa est, mentre Musk twitta con nonchalance che "non è semplice rendere la vita multiplanetaria". Magari iniziasse a rendere i suoi razzi esplosivi un po’ meno… esplosivi. Ma chissà, forse è solo "testare le acque".
Acidamente: Bruxelles, terra di burocrati e caffè scadenti. La Banca Centrale Europea decide di tagliare i tassi di interesse, illudendo tutti con percentuali che farebbero arrossire anche Mago Merlino. Christine Lagarde, la divinatrice dell'inflazione, predice un futuro sereno, ma già prega di non scatenare nuove crisi energetiche. Nel frattempo, gli esperti sono impegnati a fare previsioni che sembrano scritte da un cerbiatto sbronzo. E chissà, magari nel 2027 avremo un euro che vale quel che pesa!
Acidamente: Giovedì pomeriggio, la Florida ha assistito a uno spettacolo di luci: una Starship di SpaceX, fresca di restyling, ha esploso in un balletto di detriti incandescenti. Il sogno marziano di Musk si riduce a un gioco pirotecnico. I motori hanno deciso di prendersi una vacanza, lasciando l’astronave a ruotare come una ballerina claudicante prima di un grande boato. Nel frattempo, la FAA si grattava la testa, mentre Musk twittava che “non è semplice rendere la vita multiplanetaria”. Grazie, Captain Obvious.
Acidamente: Il presidente della Fondazione ha parlato, e la sua saggezza è come un diamante grezzo in una discarica. “Attenti al sovraffollamento!” ha avvisato, mentre il Sistema sanitario nazionale si grattava la testa, godendo nel sentirsi attirato come un magnete per l'inefficienza. Aumentare la capacità attrattiva? Forse piantare cartelli luminosi e fare pubblicità. Intanto, pazienti e medici si stringono in un abbraccio inaccettabile: “Se sopravviviamo, ce la facciamo!” Una vera poesia dell’assurdo.