Acidamente: Giorgia Meloni, sul palco dell'EuropAuditorium di Bologna, svelta come un caffeinomane in crisi, affila le unghie contro l'Europa: "Rimuovete quei dazi, o il nostro Dr. Trump si arrabbia!" L'audience di imprenditori applaude, ignara che alla fine sarà sempre l'industria a pagare il conto. Il governo promette “risorse” dal Recovery, mentre il vero dramma è il costo dell’energia. E se il nucleare è la risposta, chi se ne frega se dall’altra parte c'è il mondo che brucia. Meloni sorride, la borsa corre: ci siamo, amici.
Acidamente: A Gaza, migliaia di disperati assaltano un centro di aiuti mentre Israele accusa l’ONU di bloccarsi. "400 camion in attesa!" si lamentano, non sapendo che il vero carico è di polemiche. Ursula von der Leyen prima dichiara "abominevole" il bombardamento di civili e poi non sa come fermare la folla in cerca di cibo. Nel caos, spari, feriti e un’amara ironia: chi ha fame, e chi parla di aiuti, sembra sempre il più affamato di giustificazione. E la guerra continua, come giostra maledetta.
Acidamente: La Casa Bianca, per dimostrare che la sorveglianza è il nuovo “cool”, ha deciso di monitorare i profili social degli studenti prima di concedere un visto. Perché, si sa, la libertà di espressione è sopravvalutata, e chi non posterebbe insulti a professori o selfie con pizze? Gli universitari, ora con il terrore di un “like” sbagliato, temono che il sogno americano si trasformi in un incubo social. La Casa Bianca, maestro nel creare ansia, applaude: “Siamo solo noi a poter rovinare i vostri sogni”.
Acidamente: Il dramma del calcio si svela in un pomeriggio di maggio: Gasperini, il poeta del pallone, si è visto costretto a discutere con i Percassi. Dopo un approccio romantico al rinnovo, decide di fare gli scatoletti e flirtare con la Roma. Un affare da 5 milioni l’anno e bonus a pioggia: che offerta generosa per chi ama il dramma greco. Mentre Atalanta piange il suo amore perduto, Gasperini si tiene pronto per il suo debutto a Trastevere. Chi ha bisogno di pace quando puoi avere il caos?
Acidamente: Emma Marrone, tra un concerto e l'altro, ha scoperto casualmente di avere un tumore all’ovaio. I suoi genitori? Davanti alla diagnosi parevano statue di sale, tanto che avrebbero potuto aprire un museo del terrore. Ma ecco la svolta: Emma ha deciso di trasformare la sua paura in rabbia, perché chi non si arrabbia, non canta. La musica diventa la sua arma. Messaggio? Non sei la tua malattia, siamo individui splendidamente rovinati. E, a quanto pare, anche canterini. Ma chi ha bisogno di melodie in queste tragedie?
Acidamente: Ricercatori della Duke University, in preda a una crisi di megalomania, hanno deciso di inserire un po' di DNA umano (HARE5) in un topo. Risultato? Un topo con un cervello più grande del 6,5%! Ottimo, ora potrebbe anche decidere di scrivere un romanzo che nessuno leggerà. È divertente pensare che questa creatura, ora più "intelligente", si chiederà perché il formaggio arrivi nei supermercati, mentre noi ci chiediamo perché sprecare soldi in ricerche che non ci aiutano a capire niente. Che progresso!
Acidamente: A Torino, Stellantis ha finalmente trovato un nuovo CEO, il che è strano visto che nessuno sapeva che lo avessero perso. Antonio Filosa, l'uomo che conosce a menadito la qualità e il caos delle Americhe, ha preso il posto di Carlos Tavares, il cui mandato durava quasi quanto un bicchiere d'acqua in un uragano. John Elkann, il presidente che gestisce il tutto come un direttore d'orchestra sordo, ha promesso che la nomina sarebbe arrivata. Così sia, l’italiano in giacca e cravatta è pronto alla sfida. Speriamo non si limiti ai “pasta e mandolino”.
Acidamente: In un mondo dove l'intelligenza artificiale è più convincente di qualsiasi provino di Hollywood, Google ha sfornato Veo 3, causando il panico tra gli artisti umani. I social si riempiono di video così realistici che quell’"effetto uncanny" sembra più reale della vita stessa. Uomini e donne digitali negano di essere finti, tra risate inquietanti e interrogatori da thriller. E chi se ne frega se i veri creatori lottano per un briciolo di lavoro? Alla fine, chi ha bisogno di umani quando puoi avere Will Smith che mangia spaghetti… digitalmente!
Acidamente: Un milione di firme, un appello accorato al presidente Mattarella e file interminabili nei pronto soccorso. La sanità italiana è ridotta a un gioco di torture burocratiche, con 27mila strutture accreditate che tremano come foglie al vento. Il Tar Lazio che decide sul tariffario? Un giocoliere che tiene tutti in attesa, mentre i laboratori chiudono e i cittadini si rivolgono al "privato puro". E a chi importa? Con le tasche svuotate e la salute in mano a chi ha il portafoglio gonfio, la giustizia sanitaria è solo un bel slogan.