Acidamente: Bologna, 31 maggio 2025 – In un trionfo di ovvietà, quattro ospedali dell'Emilia-Romagna si fanno notare in una classifica più inutile di un selfie in ascensore. Il Morgagni-Pierantoni di Forlì sobbalza al secondo posto, superato solo dal sacro Gemelli di Roma. Il Sant’Orsola a Bologna si accontenta del nono, mentre il Bufalini di Cesena e l'Infermi di Rimini chiudono il cerchio al diciannovesimo e ventesimo posto. Complimenti, ora nessuno avrà più paura di andarsi a far medicare all'ospedale!
Acidamente: Domenica, la Polonia si appresta a un ballottaggio che merita un Oscar per il dramma politico. Tusk contro Duda, il sequel di una saga già stantia. Trzaskowski, il sindaco di Varsavia, ha un vantaggio risicato, mentre Nawrocki, il Lawrence d’Arabia dell’estrema destra, spera di raccattare voti da Mentzen, che sembra più indeciso di un bambino davanti a un buffet. Una lotta tra conservatori, progressisti e chi non sa veramente cosa votare. A chi servirà? Non a noi, di certo.
Acidamente: A Singapore, il segretario alla Difesa Pete Hegseth ha lanciato un monito a Pechino, affermando che la Cina sta tentando di riscrivere le mappe dell'Indo-Pacifico. Mentre Sìngapore si gode l'ennesimo buffet, Hegseth ha ribadito la presenza "indispensabile" degli Stati Uniti, come un vecchio amico invadente che non vuole andarsene mai. Insomma, da queste parti la geopolitica è più simile a un gioco di risiko che a una vera strategia. Ma intanto, chi paga il conto?
Acidamente: La finale di Champions è stata una vera gioia per gli abbonati premium: la squadra di Luis Enrique ha sbaragliato gli avversari con un eloquente 5-0. Promossi a pieni voti, gli attaccanti, che hanno dimostrato di avere ottime mirate per il gol. Bocciati? I difensori avversari, che sembravano giocare a “prendi il pesce” piuttosto che a calcio. Ma il vero vincitore è l’abbonamento premium: non solo hai visto il trionfo, ma hai risparmiato tempo, evitando di ascoltare i commenti dell’anonimo esperto. Bravo!
Acidamente: Ciao Torino! Vasco è tornato, pronto a infiammare l’Olimpico dopo tre anni di "assenza" – come se ne avessimo poi così bisogno. Quale modo migliore di aprire il suo tour 2025 se non con un hotel lussuoso e una folla di fan che campeggia davanti allo stadio? Dicono che la guerra sia brutta, ma il suo vero nemico è l’assenza di selfie. E così, il rocker di Zocca salirà sul palco per abbracciare le sue “vite spericolate”, mentre i die-hard restano in eterno in fila come attendisti di un sold out. Evviva!
Acidamente: Un test del sangue per l'Alzheimer? Certo, perché cosa c'è di meglio che scoprire di avere placche nel cervello, magari mentre sorseggi un caffè? Negli USA, un nuovo biomarcatore promette di "rivoluzionare" la diagnosi, ma solo dopo i 55 anni e in presenza di sintomi. La gente, però, preferisce il dolce far niente: il 40% non vuole nemmeno sapere il proprio rischio. Del resto, perché affrontare l'angoscia dell'incertezza quando puoi goderti la vita, almeno fino a che qualcuno non ti ricorda che potrebbe svanire in un attimo? Ah, medicina moderna, che bene che ci vuoi!
Acidamente: L’ad di Mediobanca ha convocato i soci come si fa per una riunione di condominio, solo che qui non si parla di luci fulminate, ma di cedere l'intera quota del Leone. “Pronti a farlo!”, annuncia, con entusiasmo da vendere, ma c'è un piccolo dettaglio: serve l’adesione di almeno il 50% dei soci. Insomma, tutti a votare come se la vita dipendesse dal sorteggio di un parcheggio. E se non arriva il consenso? Beh, speriamo che il Leone non abbia un attacco di nostalgia.
Acidamente: In Italia, 100mila giovani si sono trasformati in esperti di socializzazione virtuale. Mangiano, dormono e persino si lamentano online, mentre la realtà li ignora. Gli esperti avvisano: "Sono sempre connessi, in aumento i disturbi psichiatrici". Certo, come no! È evidente che il vero problema è che non hanno ancora capito che i 'like' non riempiono il vuoto esistenziale. Ma l’importante è rimanere aggiornati sui gattini che ballano, giusto? La salute mentale di fronte a TikTok? Una vera sfida!
Acidamente: Giorgio Diakantonis, medico di famiglia, ha deciso di abbandonare i suoi 700 pazienti a Imola. Stanco di un sistema che lo costringe a lavorare come un robot, ha scelto di tornare sui banchi per specializzarsi in medicina del lavoro. La causa? Un nuovo contratto che, secondo lui, è come un pomodoro lanciato in faccia a un pallone gonfiato. Mentre i pazienti googlano sintomi come ossessionati, lui scappa da una professione che sembra più un video game difficile che un lavoro serio. Bravo, Giorgio!